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del nostro Live
“Ascolta ora la mia melodia: ah, come canta il mio flauto!
Prestate attenzione al mio richiamo, oh mortali,
e non pensate a cio’ che vi attende nelle ombre, ove il canto di questa sirena vi attira.
Venite uomini, venite ratti, venite creature della notte.
Non ascoltate le grida di coloro i quali sono partiti prima di voi,
non guardate l’orlo dell’abisso dove i vostri passi di danza vi conducono.
Danzate al suono del mio flauto, anche se i vostri piedi sono piagati e sanguinano.
Sorridete con me, anche se e’ il sorriso del teschio e la vostra pelle si stacca.
Ridete con me, anche se le vostre gole possono soffocare di bile.
Siete tutti miei pupazzi, e vi condurro’ in un’allegra danza.
L’allegra danza della morte.”
Canzone popolare imperiale
Corre l’anno 2099 dell’Era di Sigmar. L’Impero è ancora in fiamme. La guerra civile non sembra fermarsi, ed anche se l’empio Conte Vlad Von Carstein è stato sconfitto 40 anni prima, di recente è giunta notizia che un suo successore, Konrad, ne ha preso il posto. A Mordheim è passato ormai un secolo dopo l’infausto giorno in cui la cometa a due code si è abbattuta sulla città radendo al suolo e sprigionando la sua nube letale su tutta l’area.
Le grandi ricchezze dei palazzi, templi e mercati sono state per lo più depredate dal succedersi continuo di razzie di bande di ogni tipo, lasciando al loro posto solo corpi da lungo decomposti come cupo e tetro monito per tutti coloro che vi si recano in cerca di fortuna. La stessa cosa si può dire anche della tanto agognata malapietra, i blocchi più grossi e quelli più facilmente accessibili sono scomparsi da molto tempo, e quelli che restano sono ben nascosti, e il loro valore è sempre maggiore così come la brama di ottenerli data la rarità.
In ogni caso queste difficoltà non hanno in alcun modo scoraggiato gli sbandati e i temerari nel cercare di farsi un nome nella città, che continua ad attrarre ogni sorta di lerciume umano nelle sue viscere, che siano mercenari imperiali, pirati sartosiani oppure cultisti degli dei oscuri. In fondo come si dice “chi cerca trova” e chi cerca e ha fegato a Mordheim può ancora trovare tesori nascosti di inestimabile valore, ma a che prezzo?
In effetti nel quartiere dei Mercanti ha iniziato da qualche tempo a prosperare il campo mercenario noto come Dito di Ranald. Questo rifugio gestito da un ex mercenario imperiale offre servizi e ospitalità a tutti coloro che godono di una certa libertà nell’Impero e nel Vecchio Mondo in generale. Non è un caso che imperiali, bretoniani, nani e persino elfi vi abbiano trovato rifugio e usino questo luogo come campo base sicuro per le loro spedizioni; ovviamente dietro un giusto compenso per l’oste, che non disdegna in alcun modo un buon affare, per quanto negli ultimi tempi la situazione si sia fatta più tesa da quando il campo è diventato anche presidio di un capitano dei Cacciatori di Streghe con tanto di bolla imperiale, la cui presenza ha suscitato non poco scalpore e tanto mormorio. La sua missione resta però celata nel mistero.
A non molte leghe di distanza un altro dominio ha preso piede: da quando i predoni norsmanni hanno reclamato il colle Testa di Morto, l’area si è riempita di ogni sorta di eretico, depravato e creatura senza nome fuori dalla grazia di Sigmar. Un luogo di miseria e morte, dove ogni nefandezza è tollerata purché fatta in onore degli Dei del Caos. Lo jarl, secondo usanze norsmanne, ne ha fatto casa propria e le leggi sono quelle delle inospitali terre del nord, dove la forza è l’unica regola rispettata.
Tra queste due realtà non vi è che una sottile striscia di terra fatta di macerie e rovi, terra di nessuno che non aspetta altro che di essere depredata di ogni bene, non solo dai disperati del Dito di Ranald o della testa di Morto, ma anche da altre bestialità che trovano rifugio nel buio, creature senza nome né pace, orrori senza forma né riposo. Il tutto in una perpetua ed interminabile macabra danza.